L’alimentazione e la dieta nell’insufficienza renale

La dieta nell’insufficienza renale e nelle patologie collegate al cuore e al rene può essere un elemento particolarmente importante a supporto delle terapie.

Il rene è uno degli organi più complessi e delicati di tutto l’organismo. Oltre alla sua funzione fondamentale di regolatore dell’organismo, che mantiene l’ambiente interno in condizioni ottimali attraverso l’eliminazione dei prodotti del metabolismo, dell’acqua, degli elettroliti e degli eventuali componenti tossici introdotti o formatisi, si è ormai confermato il suo secondo ruolo, non meno importante, di centro produttore e regolatore di vari ormoni dell’organismo.

Il disporre di questa elevata riserva funzionale si traduce però, nel lungo decorso della malattia renale, in un fattore negativo, perché quando si esaurisce e compaiono i primi segni ematochimici dell’insufficienza renale sono sufficienti piccole variazioni della funzione per determinare elevati incrementi dei valori plasmatici indicativi dell’attività del tessuto renale.

L’ insufficienza renale è una patologia cronica che porta a una progressiva diminuzione della funzionalità dei reni. La caratteristica più saliente di tale insufficienza è che essa si manifesta dal punto di vista clinico e metabolico quando più della metà del tessuto renale è compromesso.

L’indice più fedele della funzione renale è la creatininemia, nel valutare la quale è necessario considerare delle variabili, in quanto ad un pari valore di creatininemia possono corrispondere diversi gradi di funzionalità renale a seconda di fattori come ad esempio età, peso e sesso della persona.

Si può cominciare a parlare di dieta quando la funzione renale scende al disotto del 35-30%.

Già negli anni ’70 uno dei cardini su cui poggiava la prescrizione di una dieta per nefropatia era la ridotta assunzione di proteine; a lungo andare questa carenza proteica poteva portare ad uno stato di malnutrizione che aggravava ulteriormente le sue condizioni.

Oggi fortunatamente i moderni orientamenti nefrologici hanno radicalmente modificato questa impostazione e l’eventuale riduzione dell’apporto proteico è limitata nel tempo: la dieta ipoproteica viene infatti consigliata da quando la funzionalità renale scende al disotto del 30% fino all’eventuale ingresso in dialisi, quando l’alimentazione torna ad essere normoproteica; viene inoltre posta maggiore attenzione sulla qualità delle proteine, che devono essere per la maggior parte ad elevato valore biologico (ovvero di origine animale), e non viene trascurata l’assunzione di carboidrati e di grassi per garantire un apporto calorico di 30-35 kcal/kg.

Per quanto riguarda il ruolo del sale, esso va valutato singolarmente, perché, mentre la maggior parte delle malattie renali chiede una limitazione del sale nella dieta, in talune malattie può essere necessario un apporto di sale. Il progredire delle nostre conoscenze ha inoltre individuato delle alterazioni dello scheletro che compaiono precocemente nel corso della malattia renale, legate ad una eccessiva assunzione di fosforo o ridotto assorbimento intestinale di calcio, o ad entrambi, che conducono lentamente a complicanze dello scheletro note come osteodistrofia renale.

Altro punto cardine della dieta per l’insufficienza renale è il controllo dei valori plasmatici di potassio. Il potassio è un minerale contenuto in quasi tutti gli alimenti, ma soprattutto in frutta, verdura, legumi e cereali integrali, quindi è importante imparare a valutarne le eventuali variazioni e saper correre ai ripari in caso di aumento dei valori ematici. Si può affermare che, mentre negli anni ’60 l’attenzione del nefrologo era focalizzata sul problema dell’apporto proteico, attualmente si pone una maggior attenzione verso i problemi del fosforo, del sodio e del potassio. Tutti questi concetti sono noti a coloro che seguono i malati affetti da nefropatia, sono noti soprattutto ai malati stessi, ma purtroppo nella maggior parte dei casi non vengono seguiti. Questo perché sino ad oggi la dieta è stata spesso vista sotto un’ottica limitativa, talvolta anche punitiva, e sovente non le viene riconosciuto il ruolo chiave che ha nel controllo dei sintomi della malattia.

Questo sito fornisce una guida per una migliore e più razionale alimentazione attraverso delle ricette nelle quali il malato renale potrà meglio valutare la qualità e la quantità degli alimenti che gli sono consentiti.

DIETACOLCUORE è un sito nato da un progetto di ASPREMARE ONLUS e fornisce una guida alle persone affette da malattia renali e cardiache per un’alimentazione sana ed equilibrata, attraverso ricette che aiutano a valutare la qualità e la quantità degli alimenti più adatti alle differenti esigenze nutrizionali.

Le evidenze scientifiche mostrano da tempo la stretta correlazione fisiopatologica tra rene e cuore, la necessità di una corretta alimentazione per prevenire patologie cardiovascolari e renali, e l’importanza della terapia nutrizionale, a supporto di quella farmacologica, per contenere gli effetti negativi delle malattie cardiache e renali una volta che si sono irreversibilmente instaurate.

L’idea di questo ricettario deriva da un libro di ricette intitolato “La dieta nell’insufficienza renale cronica e in corso di emodialisi” realizzato negli anni ’80 da Anna Rosselli e Filippo Baslini, che hanno voluto dare il loro contributo, con questo libro di ricette studiate nei minimi dettagli, alle esigenze delle persone affette da malattie renali. Abbiamo ritenuto opportuno rinnovare questa idea, ampliandola con le ultime conoscenze scientifiche e culinarie, aggiornando alcune ricette del suddetto libro e prendendone altre dalla rete, da riviste o da ricettari base della cucina, selezionandole e  modificandole secondo le necessità del nostro studio.

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